Vogliamo dare i numeri?
…. o vogliamo dare i numeri!
-
2
Asili + 2 Scuole =
500 alunni ca.
-
700
Famiglie = 1500 abitanti
ca.
-
3
Tentativi di installare
l’antenna in Via Capodistria
-
200 ~ 300
Persone scese a protestare per
ogni tentativo di installazione
-
164
Giorni di presidio, giorno e
notte, al cantiere di Via
Capodistria
-
600
Firme di protesta raccolte
contro il piano Antenne
-
260
Richieste personali di colloquio
con il Sindaco “senza esito”
-
500
Persone con candele scese in
piazza a Treviso contro
l’elettrosmog
-
250
Articoli di giornali in cui
hanno parlato di Via Capodistria
-
Innumerevoli
reportage su TG locali ed alcuni
anche nazionali
Ho
vissuto gli ultimi 5 mesi e mezzo
trascurando tutto ciò che mi era
comodo ed abituale per dedicarmi,
assieme ad altri cittadini del mio
quartiere “zona Via Capodistria”,
alla possibile soluzione di un
problema che ci è capitato come un
fulmine a ciel sereno “il progetto
di installazione di un’antenna UMTS”
a 30 metri dalla camera di mia
figlia di 3 anni e mezzo ed a 150
metri dal suo asilo, vicini ci sono
inoltre 2 scuole ed un asilo nido,
praticamente nel cuore di un
quartiere densamente popolato.
Ciò
ha stimolato la mia voglia di
approfondire la conoscenza
dell’argomento “ELETTROSMOG”. Ho
scavato in Internet ed ho scoperto
quanto male potrebbe causare a chi
ne subisce per molte ore la
radiazione, soprattutto ai bambini,
certo non è matematico, però ho ben
sempre il diritto a proteggere in
forma cautelativa la salute dei miei
cari e non solo, ma anche di tutti
coloro che non ne conoscono il
problema.
Sono
venuti per installare l’antenna, 30
metri di acciaio, ma siamo scesi
proprio tutti, c’erano le mamme con
i bambini, gli anziani, la gente
comune, …. praticamente tutto il
quartiere ha detto NO.
Ebbene ho cominciato a combattere
tutti i giorni, informando chiunque
con cui avessi modo di parlare,
amici, parenti, clienti o persone
trovate al panificio, l’importante
era diffondere la conoscenza che un
male invisibile potrebbe intaccare
la nostra serenità.
Non
pretendevo che mi credessero,
bastava stimolarli ad informarsi, a
consultare i motori di ricerca su
Internet scrivendo semplicemente
“elettrosmog”, avrebbero trovato di
tutto, siti a favore ed e siti
contrari, poi stava a loro valutare
gli argomenti.
Ci
siamo aggregati tra persone che
neanche ci conoscevamo, pur abitando
a poche decine di metri, abbiamo
vissuto dandoci dei turni, di giorno
sotto un gazebo o di notte al riparo
della una pensilina di un bar o in
macchina.
Abbiamo pranzato e cenato insieme,
c’era pure il parroco tra noi, è
bravo a disegnare, disse
“facciamo un giornalino, due …”.
Sono
tornati di notte come i ladri,
quando dormivamo, per installare
l’antenna una seconda volta, poi una
terza volta con la Polizia, ma noi
eravamo ancora lì a dire NO per
difendere la salute dei nostri
figli.
Intanto la conta dei giorni
cresceva, siamo a 60, poi 100 “la
festa”, 120, ora 164.
I
giornali oggi dicono che qualcosa
sta per accadere, ma non è niente di
buono.
Ci
sarà un’antenna FISSA messa
PROVVISORIA!! (per chi crede ancora
alle favole). La sposteranno
FORSE, così farà un po’ meno male ad
alcuni ed un po’ più male ad altri!!
Qualcuno, anzi tanti dissentono
ed io con loro.
Se
dopo tutto cio’ qualcuno pensa che
quanto abbiamo fatto finora si possa
cancellare con un compromesso, si
sbaglia.
Noi
saremo sempre qui a testa alta
perchè sarà stata la FORZA e non la
RAGIONE a vincere, perché noi
abbiamo già vinto, … e se un
giorno l’antenna verrà installata
sarà solo l’inizio di una nuova
battaglia.
Treviso, 30 Novembre
2005 Angelo
Anello
Cittadino
di Via Capodistria
Coscienza:
non mi tornano i conti.
Treviso. Il giorno
25.11.2005 si è tenuto presso il
Prefetto l’ultimo di una serie di
incontri atti a trovare una
mediazione tra le posizioni del
Comitato di Via Capodistria, la TIM
e il Comune.
A questo incontro
hanno partecipato oltre al Prefetto,
2 portavoce del Comitato , 1 tecnico
e 1 dirigente TIM, 1 tecnico scelto
dal Comitato e il Questore.
La proposta fatta al
Comitato è stata quella di accettare
l’installazione dell’antenna con le
seguenti due promesse verbali:
-
che verranno
effettuati particolari
monitoraggi del campo
elettromagnetico (non è già
previsto comunque il
monitoraggio delle emissioni
delle stazioni radio base
–antenne- o forse Via
Capodistria è un quartiere
privilegiato o forse così
vogliono che si creda?);
-
che l’antenna
verrà spostata dopo sei mesi
(una volta sistemate tutte le
pratiche necessarie –
permessi,concessioni,contratti
d’affitto, ecc.) in un’altra
posizione proposta dal Comitato
stesso che ha incaricato un
tecnico allo scopo di
individuare un sito alternativo
dove un’antenna sia meno
impattante rispetto a quello di
Via Capodistria!!!
Primo:
allora se i campi elettromagnetici
generati dalle stazioni radio
base/antenne “forse fanno male alla
salute”, “forse fanno male alla
salute di tutti. Il “principio
di precauzione” (O.M.S.
raccomandazione del 28.03.2000) vale
per tutti.
Secondo: se
di ineluttabilità del progresso si
vuole parlare allora cominciamo a
utilizzare le tecnologie più
avanzate che il progresso stesso ci
può fornire utilizzando le
MICROCELLE, piccole antenne
da utilizzare in vece delle mega
antenne di cui Treviso è stata
riempita.
Ma pare che il tutto sia più costoso
per i gestori.
Terzo:
se proprio si deve scegliere
il male minore cercando di tutelare
prima i bambini e i quartieri più
densamente popolati, che tale scelta
si prenda la responsabilità di
farla:
-
chi ha progettato
un così perfetto piano antenne
(la tutela dei siti sensibili è
prevista nel famoso Piano
Antenne del Comune di Treviso
“Prime regole per la tutela
igienico sanitarie della
popolazione da radiazioni non
inonizzanti generate da impianti
ed apparecchi per
teleradiocomunicazioni” - punto
4.2.4.);
-
i gestori di
radiotelefonia che di queste
antenne pare non possano farne
proprio a meno (SOLDI);
e
che tale scelta resti a pesare ogni
giorno e ogni notte sulla loro
coscienza fino a quando, forse tra 5
o 10 anni, saranno resi noti i
risultati delle prime ricerche
scientifiche sugli effetti dei campi
elettromagnetici sulla salute
dell’uomo.
Quarto:
poiché è stato un gruppo di
circa 30 persone a decidere di
affidare ad un tecnico l’incarico di
individuare uno o più siti
alternativi meno impattanti di
quello di Via Capodistria (strano,
nell’appena nato “Comitato per la
trasparenza” del Comune ci sarà un
rappresentante dei Comitati di
Treviso che non avrà praticamente
alcun potere mentre il Comitato di
via Capodistria probabilmente gode
di particolari privilegi) chiedo se
si ritiene di aver rispettato il
“diritto ad essere informati” (Legge
241/90 e Codice di Norimberga) della
popolazione.
Questo per non
trovarsi a dover dare un giorno ai
cittadini di un altro quartiere
(confinante con il nostro) le stesse
risposte ricevute dal Comune quando
si è chiesto perché i cittadini di
Via Capodistria non erano stati
informati dell’installazione
dell’antenna e la risposta fu che
cinque anni prima era stata data
comunicazione a tutti i cittadini di
Treviso sul piano antenne.
Ricordo che per
l’antenna di Via Capodistria sono
scese in Piazza per ben tre volte
150-200 persone e che circa 600
persone hanno firmato la richiesta
di sospensione dell’installazione e
di individuazione di diversi siti.
Tutte queste persone avevano diritto
di pronunciarsi a favore o contro
l’eventuale individuazione di un
sito alternativo.
Bastava quindi (come
è stato fatto tutte le altre volte
che ci sono state informazioni da
dare all’intero quartiere e non solo
a quelli del Comitato) diffondere un
volantino nel quartiere e nelle vie
limitrofe interessate per informare
i cittadini che si stava decidendo
se accettare o meno la proposta di
individuare siti alternativi e
indire una riunione a cui “forse”
avrebbero partecipato più persone
per deliberare democraticamente su
tale importante decisione. Sennò
continuerà a vincere la legge del
più forte/furbo: mors tua vita mea.
A
questo la mia coscienza dice NO!
Ma in un contesto
dove sono oramai la regola:
-
le minacce
dirette ai cittadini da parte
del Pro-Sindaco, dell’Assessore
all’Ambiente, delle ditte
installatrici;
-
le minacce
telefoniche anonime ai
cittadini;
-
i commenti
sull’operato della magistratura
da parte del Pro-Sindaco;
-
le minacce di
richiesta di risarcimento danni
ai Cittadini di via Capodistria
(che forse sono
alla fine quelle che spaventano
di più).
….
forse per la Coscienza non c’è più
spazio né tempo!
Giovanna Balletti
Una cittadina del quartiere di Via
Capodistria |